Gli impegni di Briola per i primi cento giorni

2018-06-26T12:26:32+02:00 23 Giugno 2018|Attualità|

A poco più di una settimana dalla sua elezione, Gianpietro Biola rilascia la sua prima intervista da neo presidente Avis alla rivista della sua associazione, Sos Avis, in un racconto in cui vita privata, impegno civico e progettualità per il suo mandato si intrecciano.  «L’elezione avviene  dopo un anno complicato e di confronto, anche acceso, all’interno dell’associazione, in seguito ai noti eventi della trasmissione ‘Le iene’ – ricorda – Quell’episodio ci ha messo davanti ai problemi del territorio e che non riguardano solo la Campania. Tutto ciò ha comportato una maggiore responsabilità e un maggior impegno, che dovrà essere sempre portato avanti alla ricerca dell’unitarietà dell’associazione. Un’unitarietà che passa per una consapevolezza del nostro ruolo e una capacità di mission e vision che si basi su un diverso modo di operare tra di noi».

Cinquantacinque anni, origirio di Orzinuovi, in provincia di Brescia, Briola è dirigente medico presso l’ASST Garda, responsabile del Pronto Soccorso e ha una lunga esperienza di volontariato avisino. Nell’associazione è stato infatti vicepresidente vicario di Avis nazionale e presidente di Avis provinciale Brescia. E’ stato anche presidente del Centro servizi volontariato di Brescia e componente del direttivo del Centro nazionale Sangue. Una città Brescia, con una forte tradizione di dirigenti associativi nazionali, come Mario Zorzi che è stato il terzo presidente dell’associazione e Gianfranco Callegari, tra i suoi padi fondatori.

I PRIMI CENTO GIORNI DI MANDATO

Briola ha anticipato quali saranno i punti che affronterà nei suoi primi 100 giorni di mandato: «La prima cosa è la ricostruzione dell’unitarietà associativa, che non vuol dire necessariamente andare tutti d’accordo, ma capire insieme quali sono i problemi in gioco», ha spiegato e ha poi aggiunto: «La seconda cosa, che è sì un obbligo di legge ma è anche un’occasione per ripensare l’associazione, è la riscrittura dello Statuto ai sensi della riforma del terzo settore. Il terzo tema è il mantenimento dell’autosufficienza,  soprattutto in fatto di raccolta di plasma, per garantire sempre ai nostri malati terapie salvavita indispensabili». Altro tema «forte» è poi secondo Briola la carenza estiva, legata anche a situazioni come il West Nile virus, dove c’è bisogno che le Regioni mettano gratuitamente a disposizione i test Nat per i donatori. Da ultimo, ha concluso, «vorrei avviare un tavolo di confronto permanente sui valori fondanti e immutati della nostra Avis: vivere e sentirsi una comunità, dove al centro c’è il donarsi agli altri e non la soddisfazione delle proprie ambizioni».

IN ATTESA DEL PRIMO LUGLIO

L’elezione di Briola, domenica scorsa, è avvenuta con una modalità insolita per l’Avis nazionale:  il Consiglio esecutivo non ha votato come consuetudine anche per il rinnovo del comitato esecutivo, elezione posticipata invece al prossimo primo luglio.  Definendo quindi un periodo di interregno per l’associazione, in cui il nuovo presidente non viene circondato dai suoi “ministri”: segretario generale, due vice presidenti e tesoriere in primis. Facile comprendere come la scelta presa possa essere stata causata dalla situazione straordinaria del momento. Una scelta che trova però dei precedenti in alcune elezioni di presidenti Avis locali, quando è accaduto che il nuovo leader si trovasse a fare i conti con candidati forti che però avevano perso per poco. Una decisione che permette al Consiglio nazionale di prendere una pausa di riflessione per assicurare una squadra forte che possa rappresentare al meglio tutte le anime in essa presenti.

UN’ELEZIONE PRIMA DELLA SCADENZA NATURALE

Gianpietro Biola è stato infatti eletto a seguito delle dimissioni di Alberto Argentoni arrivate più di due anni prima della scadenza naturale del mandato, previsto per il 2021. Una decisione sofferta, conseguenza di un acceso dibattito interno che in questi mesi ha minato la rappresentanza del medico di medicina generale di Eraclea, comune della città di Venezia. Contestazioni nate dopo il molto discusso “caso Pecora” arrivato alle cronache grazie a un servizio del programma televisivo Le Iene. Pasquale Pecora, allora membro del direttivo nazionale presieduto da Alberto Argentoni nel ruolo di vice presidente, rimase invischiato infatti lo scorso ottobre in un caso molto poco trasparente collegato alla raccolta sangue via automoteca della Campania, la sua regione.