In Italia si spreca sempre meno sangue grazie a una più rigorosa gestione delle scorte che negli ultimi anni ha consentito di abbattere progressivamente i quantitativi di sacche che giungono a naturale scadenza o vengono escluse perché di qualità non idonea alla trasfusione.
I confortanti dati sono stati diffusi dal Centro Nazionale Sangue e dal Ministero della Salute in occasione della recente consultazione plenaria del Sistema Trasfusionale, che ha visto confrontarsi le principali associazioni di donatori di sangue con le istituzioni di settore per fare il punto sulla situazione italiana.
Un primo importante contributo informativo sul tema è giunto da Giuseppe Marano del CNS, che si è soffermato sui risultati positivi ottenuti attraverso la lotta agli sprechi nella transizione tra 2016 e 2017. Stando a quanto riferito nel suo intervento, alla fine dello scorso anno le unità di globuli rossi eliminate per scadenza erano calate dalle 36.307 del 2016 a 16.692, sebbene due regioni non avessero comunicato i propri dati relativi al 2017. Un andamento confermato anche per quanto riguarda le unità di concentrati piastrinici eliminate per scadenza, calate tra il 2016 e il 2017 da 67.003 a 11.132 (ma il dato sebbene positivo va ridimensionato in quanto ben 6 regioni su 20 non hanno fornito informazioni alle sacche eliminate). Bene anche per le unità di plasma scadute, passate dalle 9422 del 2016 a 2265 nel 2017 (ma anche qui 5 regioni non hanno fornito dati).
Al di là delle parziali incertezze su alcune cifre, il fatto che gli sprechi di sangue siano in drastico calo in Italia pare incontrovertibile, anche alla luce dell’intervento di Liviana Catalano del CNS, che nell’ambito della stessa seduta plenaria del Sistema Trasfusionale ha fatto luce sulla lotta agli sprechi condotta in Italia nell’ultimo quinquennio. Stando ai dati forniti da Centro Nazionale Sangue e Istituto Superiore della Sanità le unità di globuli rossi eliminate per inidoneità alla donazione sarebbero infatti calate dalle 147.045 del 2013 alle 93.751 del 2017. Quasi un terzo del totale, dunque, in appena cinque anni. In linea con queste cifre, anche i dati relativi alle unità di globuli rossi eliminate per scadenza, che nel 2013 erano ben 72442 ma nel 2017 sono state appena 27923. Quasi un record, visto che gli interventi hanno consentito una riduzione degli sprechi dovuti a scadenza di oltre il 50%.
A guardar bene, dunque, si può affermare che nell’ultimo quinquennio sia significativamente migliorata la selezione qualitativa del sangue, ma anche la sua gestione e allocazione. Frutti questi certamente dovuti alle buone prassi in termini di rigoroso screening clinico dei donatori, ma anche al più efficiente coordinamento tra regioni e su base nazionale, finalizzato ad allocare le risorse ematiche in modo tempestivo laddove siano realmente necessarie.
C’è, come ovvio, ancora molta strada da fare verso quota zero sprechi, ma questa drastica riduzione, che ha inciso anche sui risultati globali dell’ultimo quinquennio in tema di autosufficienza ematica, è senza dubbio il segnale di un rinnovato e più efficiente approccio alla gestione del sistema sangue.