“Ogni volta che ho donato, l’ho fatto pensando ai pazienti negli ospedali”

2020-03-16T17:40:31+01:00 16 Marzo 2020|
di Angelo Cafaro

Mi chiamo Angelo, vivo a Bellona, in provincia di Caserta, ho 62 anni. Ho cominciato a donare sangue, plasma e piastrine all’età di 18 anni e tre giorni. Non appena sono diventato maggiorenne non vedevo l’ora di partecipare. In quei giorni mio zio Agostino aveva da poco subito un intervento chirurgico legato ad una malattia che lo ha colpito ai polmoni. Quindi ho iniziato per sostenere le sue cure.

La prima volta ricordo di aver avuto un po’ di timore davanti al medico e all’ago, ma ricordo ancora bene la sensazione che ho provato, cioè come mi sono sentito bene aiutando gli altri. Per questo motivo ho continuato a partecipare alla raccolta: ogni volta che sono andato al centro trasfusionale ero consapevole dell’importanza del gesto e ho donato pensando a tutti quei pazienti, i malati gravi e non, che attendono di sottoporsi alla terapia trasfusionale, per cui sono necessarie tante sacche di sangue, plasma e piastrine.

Il pensiero di aiutare il prossimo attraverso il volontariato è sempre stato centrale nella mia vita, anche dopo che ho dovuto smettere di donare a causa di una malattia. Quando avevo 49 anni, ho subito un intervento al cuore e non ho più potuto contribuire direttamente alla raccolta sangue. Da allora ho continuato a farlo in modo indiretto. Ora sono in pensione, e grazie ad Avis, sono diventato attivo 24 ore su 24 nel mondo delle donazioni. Anche tutta la mia famiglia è donatrice di sangue e plasma: mia moglie Rosa e i miei tre figli Giuseppe di 38 anni, Antimo di 37 anni e Paola, la più piccola di 21 anni, partecipano. Hanno cominciato tutti presto, come me, in particolare Paola ha cominciato anche lei a 18 anni.

Oggi svolgo il ruolo di presidente dell’associazione Avis di Teano, in Campania, e cerco di coinvolgere sempre più i cittadini del territorio. La raccolta di sangue e plasma in questo periodo di coronavirus è particolarmente incerta. Rispetto alle ultime giornate posso raccontare che, a inizio marzo c’è stato un crollo delle donazioni, poi di nuovo c’è stato un aumento, dovuto all’appello di tanti diffuso attraverso i media. Il richiamo spero raggiunga i cittadini, non solo per pochi giorni, ma per tutto l’anno, quindi bisogna donare sempre perché ci sono i thalassemici, tutti coloro che devono subire un intervento o un trapianto che hanno bisogno costantemente di trasfusioni.