La raccolta sangue durante i mesi del Covid-19
Ecco i dati diffusi dal Centro nazionale sangue

2020-05-29T10:41:10+02:00 29 Maggio 2020|Attualità|
sangue donare di Laura Ghiandoni

La raccolta del plasma iperimmune ci permetterà – grazie alle banche di plasma – di garantire una risposta medica all’eventuale futuro ritorno del virus, ma pensando all’oggi non bisogna assolutamente dimenticare, nella fase in cui siamo, che esiste una evidente necessità di ritornare alla regolare ripresa delle attività negli ospedali per curare tanti pazienti. In questi mesi, per esempio, gli interventi chirurgici sono stati sospesi e rimandati per i palesi timori legati al Covid-19, e alla diffusione dell’epidemia all’interno delle strutture ospedaliere.

Anche se non è possibile sapere quanti siano in Italia i pazienti a cui è stato necessario rimandare le operazioni, grazie ai dati pubblicati dal Centro nazionale sangue possiamo sapere di quanto sono diminuite le unità di globuli rossi utilizzate tra gennaio e aprile, e come la raccolta di sangue è stata influenzata da questi mesi anomali in cui, dopo un primo calo legato probabilmente alla paura dei donatori di restare contagiati nelle sale d’attesa dei centri trasfusionali, la raccolta è tornata a essere copiosa quando le istituzioni hanno invitato alla donazione lanciando appelli sui media.

La produzione di unità di globuli rossi nei primi quattro mesi dell’anno tra 2019 e 2020

Secondo la tabella del Cns, la diminuzione delle donazioni di sangue da gennaio ad aprile 2020, rispetto al 2019 è stata del 13,1 per cento. Da 836mila si è passati a circa 726mila unità di globuli rossi prodotte.

Per quel che riguarda ciò che è avvenuto nelle regioni, quasi tutte hanno subito un calo della raccolta. L’unica regione che ha registrato un aumento è il Friuli Venezia Giulia, dove è aumentata del 3,3 per cento nonostante l’epidemia di Covid-19 l’abbia toccata.

Le regioni che hanno manifestato il più vistoso crollo delle donazioni di sangue tra gennaio e aprile, senza contare il Piemonte e la Campania, i cui dati sono parziali, sono il Molise, dove è calata del 28 per cento circa, l’Abruzzo che rispetto agli stessi mesi del 2019 ha ridotto la raccolta del 19 per cento e le Marche che hanno assistito ad una diminuzione del 17,8 percentuale.

La Lombardia, regione più colpita dall’epidemia, se l’anno scorso nei primi quattro mesi ha prodotto quasi 156mila unità di sangue, nel 2020 ha raccolto in meno quasi 24mila unità. La diminuzione nella regione è stata quindi del 15,3 per cento.

Il consumo di unità di globuli rossi: confronto tra i primi quattro mesi dell’anno tra 2019 e 2020

Anche il consumo degli ospedali nell’ultimo periodo è frenato bruscamente. Uno dei motivi, come già detto, è la sospensione degli interventi chirurgici avvenuta in tantissime strutture, le quali hanno istituito un rigido sistema di priorità dell’intervento in base alla condizione dei pazienti.

La quarantena ha inoltre impedito ai cittadini di spostarsi utilizzando i propri mezzi privati riducendo così gli incidenti stradali e di conseguenza il bisogno di sangue nei pronto soccorso.

Secondo i dati del Cns l’utilizzo complessivo delle unità di sangue di tutta Italia è diminuito del 12,5 per cento, rispetto ai dati dello stesso periodo del 2019. Se negli stessi mesi dell’anno scorso sono state utilizzate circa 858mila unità di sangue, nel 2020 da gennaio ad aprile sono state usate più o meno 751mila unità.

A parte il Piemonte di cui non abbiamo i dati completi, secondo i dati pubblicati, il Molise è la regione che più drasticamente ha ridotto i consumi, scesi del 43,3 per cento.

Il Friuli Venezia Giulia è seconda per calo del consumo di unità di sangue, con il 14,8 per cento in meno. Terza è la Lombardia che ha ridotto il consumo dell’11,9 per cento cioè di quasi 19mila unità.

Differenza tra donazioni programmate e rilevate

In termini di programmazione e rilevamento, il periodo caratterizzato dall’epidemia di Coronavirus, virus che ha bloccato letteralmente il paese, ha causato lo spostamento e la cancellazione di moltissimi appuntamenti di donazioni effettuate in gruppo e da singoli.

A marzo c’è stato un aumento esponenziale della partecipazione di tutti i cittadini, i quali hanno risposto alle campagne di sensibilizzazione delle associazioni oltre che all’appello delle autorità e di personaggi dello spettacolo.

La necessità a cui si è giunti con una tale abbondanza di partecipazioni è stata quella tornare a organizzare il dono. La prenotazione da parte dei donatori è diventata la regola da applicare quotidianamente e a lungo termine nel tempo.

I dati pubblicati dal Centro nazionale sangue indicano che la diminuzione registrata tra programmazione e raccolta negli scorsi 4 mesi è stata dell’otto per cento. Sono mancate all’appello circa 65mila unità di sangue che hanno portato al 92 per cento del totale previsto la raccolta.

Dunque, anche se i dati del Centro nazionale sangue dimostrano un generico calo delle donazioni, allo stesso tempo ci dicono che il sistema del sangue italiano ha dato prova di resistenza, riuscendo a superare la grandissima sfida che per noi tutti ha significato il Covid-19.