Il plasma iperimmune e il Covid-19, inizia la fase due
Su DonatoriH24 il livestreaming con gli esperti

2020-05-20T11:12:08+02:00 19 Maggio 2020|Attualità|
di Giancarlo Liviano D'Arcangelo

Dallo scorso 16 aprile, giorno in cui su DonatoriH24.it è andato in onda il primo livestreaming sul tema con un vero e proprio focus tra esperti, medici e scienziati, sulla terapia anti Covid-19 basato sull’utilizzo del plasma iperimmune carico degli anticorpi dei pazienti guariti, sono successe moltissime cose.

La terapia è stata sperimentata con grande successo negli ospedali lombardi di Pavia e di Mantova, sotto l’egida dei dottori Perotti, De Donno e Franchini, che partecipò a quella video conferenza. Ebbene, a termine della prima fase sperimentale, i risultati sono stati più che promettenti, al punto che all’ospedale Carlo Poma di Mantova tutti i 25 pazienti sottoposti a trasfusione di plasma iperimmune hanno superato il Coronavirus, mentre al San Matteo di Pavia i guariti sono stati 46 su 48, e i due pazienti che non ce l’hanno fatta erano in terapia intensiva con uno stadio dell’infezione particolarmente avanzato.

Nonostante la sperimentazione meritasse fiducia e pazienza per i risultati in divenire, le polemiche mediatiche non sono mancate. Per esempio, molti dei virologi con più visibilità hanno mostrato un incomprensibile scetticismo sulla cura al plasma iperimmune: medici come Roberto Burioni, Ilaria Capua, Roberto Pregliasco, Walter Ricciardi, nomi che ormai tutti gli italiani hanno imparato a conoscere, hanno seminato dubbi sull’efficacia del trattamento. E se alcune titubanze si possono anche definire legittime nel lungo periodo, visti i tanti aspetti organizzativi e burocratici da registrare in caso di sistematizzazione su larga scala della terapia al plasma, molte delle perplessità enunciate sono state accompagnate da dichiarazioni inesatte e inaccettabili, come quelle sulla sicurezza del plasma: un fattore che il sistema trasfusionale italiano ha dimostrato di saper gestire nella massima eccellenza ormai da moltissimi anni.

Polemiche si sono scatenate anche sul piano politico: l’iniziale scelta – poi rientrata – del ministero della Salute e di Aifa (Agenzia italiana del farmaco) di escludere i nuclei principali di sperimentazione di Pavia e Mantova dal gruppo dirigente per il protocollo di sperimentazione nazionale a favore dell’ospedale di Pisa, ha suscitato le ire del professor De Donno, primario di pneumologia del Carlo Poma di Mantova, proiettandolo con decisione nella polemica mediatica, polemiche che tuttavia ha avuto il merito di chiamare in causa sul tema, pur con solenne ritardo, la politica.

Ora una fase nuova è iniziata. In alcune regioni, come Veneto e Lombardia è già passato il progetto di creare delle banche del plasma iperimmune, congelabile fino a 4 anni e stoccabile, al fine di poter contrastare con un vero e proprio arsenale di proiettili di anticorpi le eventuali recrudescenze del virus, attraverso l’utilizzo ospedaliero del plasma dei pazienti guariti.

Un’arma importante, che può favorire una fase due della lotta contro il Covid-19 e il ritorno alla vita normale in attesa del vaccino, ovvero la soluzione chiave che resta, lo sappiamo, una misura di prevenzione perfetta ma non di cura per chi contrarrà il virus. Insomma, plasma e vaccino non sono in antitesi, e anzi sono complementari: e proprio l’approfondimento di questa “fase due” del plasma iperimmune, sarà il tema del secondo livestreaming di Donatorih24.it, in programma mercoledì 20 maggio alle 19.

Ancora una volta, sarà Luigi Carletti a coordinare gli interventi di ospiti importanti, competenti, in grado di spiegare bene quali potranno essere gli scenari dei prossimi mesi. Gianpietro Briola, presidente nazionale di Avis e coordinatore Civis, racconterà la prospettiva del mondo dei donatori, Rosa Chianese, responsabile del Centro regionale sangue Lombardia, farà il punto su ciò che è accaduto e potrà ancora accadere in Lombardia, vero baricentro del Coronavirus. Pasquale Colamartino, responsabile del Centro regionale sangue Abruzzo, parlerà, tra l’altro, del ruolo delle regioni nella terapia, Alessandro Gringeri, responsabile della ricerca di Kedrion Biopharma, l’azienda italiana che supporta questo evento in modo incondizionato testimonierà sulla possibilità di creare plasmaderivati basati sul plasma iperimmune. Infine, il professor Francesco Menichetti, responsabile Malattie infettive dell’azienda ospedaliera universitaria di Pisa e leader del protocollo “Tsunami, spiegherà in che modo sarà operativa la sperimentazione della cura a livello nazionale.

Un appuntamento assolutamente da non perdere per conoscere in dettaglio cosa ci aspetta nei prossimi mesi nella lotta al Coronavirus, e con quali armi sarà possibile combatterla.