Plasma iperimmune: ecco gli ospedali e le regioni
che hanno abbracciato la cura sperimentale in Italia

2020-09-14T10:48:12+02:00 11 Maggio 2020|Primo Piano|
iperimmune Italia di Laura Ghiandoni

Una cura per il Coronavirus, una terapia che diminuisca il numero delle morti che ancora contiamo, e che salvi i malati di Covid-19 nelle situazioni d’emergenza, è ciò di cui tutti vorremmo disporre subito. Così, in seguito all’ottimo lavoro compiuto dall’ospedale San Matteo di Pavia, che ha il merito di aver ideato un protocollo che sottopone a oltre trenta test la cura con il plasma iperimmune, moltissimi ospedali in tutta Italia hanno chiesto nelle scorse settimane alle istituzioni locali di aderire al protocollo.

Il percorso per applicare la terapia in via sperimentale

Per poter aderire al protocollo c’è un iter: la richiesta di sperimentazione viene sottoposta alle istituzioni da ogni ospedale che intende effettuarla, ma tra le località ci sono considerevoli differenze, sia nella tempistica di adesione, che nel tipo di protocollo scelto. Come sappiamo, in alcuni casi, gli istituti ospedalieri da molto stanno già applicando il plasma iperimmune sui pazienti, in altri, la richiesta di autorizzazione è stata appena effettuata e l’attesa per una risposta è appena iniziata.

Varia, da città a città, anche l’approccio degli ospedali rispetto al protocollo da adottare. Alcune strutture hanno scelto quello di Pavia e Mantova, altre invece, come a Lodi, hanno deciso di crearne uno loro, autonomo e con caratteristiche diverse. La situazione attuale è sicuramente in evoluzione, e non esiste una lista ufficiale che elenchi i luoghi esatti dove la cura è attualmente sperimentata.

Ecco quindi una fotografia aggiornata della situazione secondo la ricerca di DonatoriH24.plasma iperimmune regioni

Le regioni e gli ospedali che stanno avviando, oppure hanno già avviato la cura con il plasma iperimmune

La prima regione ad avviare il protocollo è stata la Lombardia. Il test pilota, è partito il 27 marzo dall’ospedale San Matteo di Pavia insieme al Carlo Poma di Mantova. Si sono aggiunti l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, l’Azienda socio sanitaria territoriale di Lodi, l’Asst di Cremona e l’ospedale Maggiore di Crema. A Milano, la terapia è attiva all’ospedale Santi Paolo e Carlo e al Sacco.

Anche la regione Veneto ha abbracciato la cura applicandola nell’Azienda ospedaliera dell’Università di Padova. In Valle d’Aosta, l’ospedale regionale Umberto Parini in questi giorni sta attendendo l’autorizzazione del Comitato etico per partecipare alla sperimentazione, insieme alla Banca del sangue del presidio Molinette della Città della Salute e della Scienza di Torino che ha avviato la cura.

Sempre in Piemonte, all’ospedale AOU Maggiore della Carità di Novara, la terapia è già applicata e sono stati trattati due pazienti. Anche ad Alessandria è stato utilizzato il plasma iperimmune lavorato dal San Matteo di Pavia per trattare alcuni casi critici.

La Liguria si sta preparando alla raccolta del plasma iperimmune. In particolare nelle città di Genova e Savona le strutture ospedaliere hanno proposto l’adesione, mentre al San Paolo di Savona provano le attrezzature necessarie per purificare il plasma. In Trentino Alto Adige, l’azienda sanitaria del capoluogo di provincia, sta valutando i protocolli di Pavia e Mantova in attesa della strumentazione per la lavorazione del plasma.

In Toscana, l’Azienda ospedaliero-universitaria pisana, come già indicato in un articolo di DonatoriH24, è capofila del consorzio di cinque regioni che hanno adottato un protocollo unico, ed è notizia recente che su indicazione del Ministero della Salute, di Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) e dell’Iss (Istituto Superiore della Sanità) proprio la ricerca pisana sia anche capofila della sperimentazione nazionale. 

A Roma la sperimentazione partirà negli ospedali del San Gallicano e del Regina Elena.

In Umbria, la terapia verrà avviata nell’azienda ospedaliera Santa Maria della Misericordia di Perugia, e in Campania nell’Ospedale Cotugno di Napoli e al Moscati di Avellino.

Le Marchedopo un momento di confusione, hanno confermato di partecipare al protocollo toscano.

L’Abruzzo si è visto approvare il 4 maggio lo studio per la cura con il plasma iperimmune. In Emilia Romagna dopo molte polemiche e indecisioni, il 10 maggio c’è stata un’inversione di rotta: lo studio verrà avviato anche lì.

In Puglia, al Policlinico di Bari, è partita la terapia, mentre in Calabria la cura è in procinto di partire all’azienda ospedaliera di Cosenza,

Anche il Policlinico di Palermo, in Sicilia, intende avviare a breve la sperimentazione. In Basilicata la Uil ha proposto agli inizi di aprile lo sviluppo della terapia negli ospedali della regione.

Le regioni che non hanno ancora manifestato pubblicamente volontà di adesione al protocollo, ma che potrebbero farlo nei prossimi giorni, infine, sono il Molise, il Friuli Venezia Giulia e la Sardegna.