La sicurezza nella donazione del sangue è garantita dal lavoro dei medici e delle associazioni che verificano e si impegnano ad applicare le misure indicate dal governo e dal Centro nazionale sangue. A proposito di questo argomento, Giancarlo Briola, presidente Civis, coordinamento tra le associazioni di donatori di sangue, ha ribadito nelle sue dichiarazioni – una delle quali è pubblicata in un video Avis sui test sierologici – la mancanza di evidenza scientifica del fatto che il coronavirus venga trasmesso attraverso il sangue da donatore a ricevente.
Per conoscere ulteriori dettagli sul tema della sicurezza, abbiamo chiesto a Michele Santodirocco, talassemologo, ed ematologo, nonché consulente sanitario nazionale Fratres, di spiegarci tutte le procedure di controllo che si applicano durante le modalità attuali della donazione di sangue.
“Le persone che hanno ricevuto il sangue, cioè i pazienti, che possono essere talassemici o persone sottoposte a trasfusioni regolari di sangue a causa di una malattia – ha detto Santodirocco – non hanno sviluppato l’infezione da Sars-CoV-2. I talassemici necessitano di trasfusioni di sangue ogni 20 giorni. In questo periodo hanno ricevuta più di una infusione di sangue, e nessuno ha dato i sintomi caratteristici del coronavirus.
Noi, inoltre, abbiamo la possibilità di tracciare il percorso della donazione di sangue da donatore e ricevente. Lo possiamo fare cercando la presenza di infezioni sorte successivamente alla donazione, e non è stata individuata nessun tipo di problematica. Concordo con l’affermazione di Gianpietro Briola, non vi è evidenza che il virus possa essere trasmesso attraverso il sangue.”.
Santodirocco, che è anche medico trasfusionista, vede applicare all’interno del centro della Casa sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia, le misure di sicurezza disposte dagli ultimi decreti ministeriali per la donazione di sangue sommate alle indicazioni del Centro nazionale sangue.
“I donatori durante il contatto telefonico devono rispondere alle domande indicate dall’algoritmo che verifica che siano in buona salute. Poi, su prenotazione, si presentano ai centri trasfusionali e alle unità di raccolta. La prenotazione scagliona le donazioni. La procedura prevede l’anamnesi, i donatori devono indossare la mascherina e i guanti, tenere le distanze di sicurezza. Grazie alle prenotazioni non ci sono più code di donatori fuori dalle porte dei centri trasfusionali”.
Infine, a proposito della situazione attuale per la raccolta sangue, il medico attivo in Puglia spiega quali sono le necessità di questo periodo sul territorio: “Ancora nell’ospedale non svolgiamo tutti gli interventi chirurgici in elezione e valutiamo di caso in caso se è possibile effettuare un intervento. L’emergenza sangue non è ancora finita”.