Parte dalle zone rosse la ricerca
di donatori per il plasma iperimmune

2020-04-20T18:15:39+02:00 15 Aprile 2020|Attualità|
donare Di Giancarlo Liviano D'Arcangelo

Un progetto di ricerca di cui si parla tanto e si continuerà a parlare, e che sarà al centro dell’importante appuntamento in diretta streaming su Donatorih24.it giovedì 16 aprile alle 19, con la presenza di ospiti illustri: parliamo, naturalmente, della terapia in fase di sperimentazione in Lombardia che si basa sull’utilizzo del plasma dei pazienti guariti dal Coronavirus.

Da Avis Lombardia intanto sono arrivate le linee guida del protocollo, che naturalmente riguarda da vicino i donatori di sangue. Ecco quale sarà il percorso preventivato:

Il progetto prevede, a partire dal 15/04/2020, una prima fase di screening con prelievo di sangue, per la ricerca degli anticorpi neutralizzanti, dei circa 2.500 donatori di sangue abituali, volontari, periodici, e residenti nella provincia più interessata dall’epidemia di infezione da COVID-19, la zona Rossa di Lodi, a cui seguirà in una seconda fase l’estensione ad altri Centri di Raccolta Avis Regionale Lombardia.

Il Laboratorio di Virologia Molecolare della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia, diretto dal Prof. Fausto Baldanti, effettuerà i Test quantitativi sui prelievi di sangue per misurare il valore degli anticorpi neutralizzanti (che impediscono al virus di replicarsi e quindi ritenersi immuni) e per individuare quei soggetti a cui chiedere una donazione. I risultati dei test sierologici permetteranno di effettuare un’indagine epidemiologica di prevalenza dell’infezione da COVID-19.

 A tutti i donatori valutati come idonei alla produzione di plasma iperimmune (risultati positivi al test), tramite i Centri di Raccolta AVIS, verrà avanzata la proposta di donazione di plasmaferesi.

A partire da oggi, inoltre, mercoledì 15 aprile, Avis collabora a tutti gli effetti all’effettuazione dei prelievi di sangue su 10.000 donatori delle Unità di Raccolta di Avis Regionale Lombardia (dopo adesione volontaria) per l’identificazione degli anticorpi neutralizzanti.

Unanime la valutazione sulle potenzialità della sperimentazione, che potrebbe condurre a una prima cura efficace per il Covid-19 agendo anche come fattore di prevenzione. Ecco, in tal senso, le dichiarazione dei dirigenti, ricercatori e medici direttamente coinvolti.

 “Merita un plauso questo progetto di ricerca – dichiara l’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera –interessante sia per la valenza dello screening sia perché nasce da una sinergia nel cuore del sistema sanitario lombardo. Auspico che questa sperimentazione possa davvero rappresentare una sfida concreta al virus e ringrazio sin d’ora tutti i donatori che si metteranno a disposizione”.

“In questa fase dell’epidemia – spiega il direttore generale della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia, Carlo Nicora – due sono gli ambiti su cui ci si sta impegnando: la ricerca di terapie efficaci per i malati di COVID-19 e analisi epidemiologiche, tramite la ricerca degli anticorpi neutralizzanti, che possano supportare le scelte di politiche sanitarie e non, per la graduale ripresa delle attività produttive e sociali”.

“Questo progetto – aggiunge Massimo Lombardo, direttore generale dell’ASST di Lodi – nel quale ci vogliamo impegnare a fondo, si propone di fornire alle autorità sanitarie e di coordinamento competenti, elementi utili a supporto della pianificazione delle attività di sorveglianza epidemiologica sul territorio regionale e delle attività trasfusionali in riferimento all’infezione da SARS-CoV-2”.

L’originalità del progetto – spiega uno dei due responsabili dello studio, Giuseppe Cambié  del  SIMT Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale dell’ASST di Lodi e Direttore Sanitario Avis regionale Lombardia) – consiste nel fatto di cercare il plasma ricco di anticorpi ad azione antivirale non tra i pazienti guariti ma, con un programma di screening, tra i donatori di sangue abituali, volontari, periodici, associati e/o afferenti alle Unità di Raccolta Avis del territorio lombardo e residenti nelle aree recentemente interessate dall’epidemia. Fondamentale quindi il ruolo di Avis Regionale Lombardia nella selezione dei donatori idonei, che saranno invitati a partecipare alla donazione di plasmaferesi per la produzione di plasma iperimmune”.

Una volta verificata l’organizzazione – aggiunge il presidente di Avis Regionale Lombardia, Oscar Bianchi – l’auspicio è di estendere il protocollo agli altri Centri di Raccolta Avis Regionale Lombardia, coinvolgendo tutti i 276.000 donatori. Auspichiamo che sia possibile creare un database di potenziali donatori di plasma iperimmune da contattare in caso di necessità. Si tratta di un protocollo in cui crediamo molto e che sosterremo con una raccolta fondi dedicata e con tutti i mezzi a nostra disposizione, perché il COVID-19 è un nemico ancora troppo sconosciuto”.

“Una sperimentazione importante di cui ringrazio tutti i partner e tutto il sistema sanitario coinvolto – conclude il presidente di AVIS nazionale Gianpietro Briola – che potrebbe aprire nuovi scenari nella gestione, diventata ormai urgente, della infezione di COVID-19. Sono fiero dei nostri donatori la cui generosità supera ogni confine e non conosce ostacoli, nemmeno di fronte a una pandemia come quella che stiamo vivendo”.