Donazioni di sangue e plasma nei giorni del Covid-19
La sfida sono le prenotazioni e la programmazione

2020-03-23T18:39:39+01:00 23 Marzo 2020|Attualità|
donare sangue di Laura Ghiandoni

Il tema delle donazioni di sangue, plasma e piastrine nel nostro Paese nelle ultime settimane ha raccolto un numero di adesioni imprevisto, che ha creato un aumento straordinario dell’afflusso dei cittadini ai centri. Molti, con grande energia e generosità, durante questo periodo di emergenza coronavirus, hanno risposto all’appello rivolto da tanti media e istituzioni, e, forti della concessione per “situazione di necessità”, ascrivibile come motivazione per uscire di casa, sono andati a donare. Abbiamo chiesto a Gianpietro Briola, presidente Avis nazionale, qual è la situazione di oggi sul territorio.

Risolta momentaneamente l’emergenza sangue, che cosa si trova ad affrontare il sistema sangue italiano adesso?

“Il mondo delle donazioni oggi deve affrontare una nuova sfida dal punto di vista organizzativo e gestionale. Pochi giorni fa, avevamo di fronte una vera e propria emergenza che poteva risultare in una situazione drammatica. Invece siamo riusciti a mantenere attivo il sistema e anche la generosità dei donatori si è attivata. È stata una dimostrazione del fatto che la consapevolezza dei donatori è alta, in grado di rispondere alle esigenze che si manifestano”.

Che cosa significa la “programmazione” delle donazioni di sangue e in che cosa consiste?

“Programmazione significa dare risposte adeguate alle esigenze del sistema. Quindi mantenere e conservare le donazioni di globuli rossi. Aumentare in un momento di difficoltà la raccolta, anche quella del plasma. Con l’obiettivo di riuscire, nel lungo periodo, a mantenere la produzione di farmaci plasmaderivati ad un livello per cui non dovremo rischiare di comprarli dall’estero. In un futuro non è mai garantita la disponibilità di questo tipo di farmaco attraverso l’acquisto da altri paesi”.

In che cosa si differenzia la gestione del sangue, del plasma e delle piastrine?

“Di solito è necessario programmare la donazione di plasma e piastrine, ma oggi che l’afflusso di donatori è in crescita, per essere sicuri di poter mantenere alto il numero di donatori, anche la donazione di sangue intero deve essere prenotata”.

Quali informazioni è necessario far circolare in questo periodo?

“La programmazione e la prenotazione sono gli argomenti da affrontare oggi. Il distanziamento sociale, anche. É fondamentale che i donatori arrivino ai centri con la prenotazione dell’appuntamento. Questo per evitare oggi gli esuberi, e la mancanza di donatori tra qualche mese. Prossimamente riprenderanno anche attività come gli interventi chirurgici, che ora sono stati rimandati per dare spazio ai malati di coronavirus. Saranno necessarie molte donazioni”.