“Nel Lazio c’è una carenza costante di donazioni di sangue, ma in questi giorni la crisi è peggiorata a causa della psicosi coronavirus“. Pietro Pasquarelli, presidente dell’Associazione donatori sangue problemi ematologici spiega il quadro fortemente critico che si sta delineando nella regione: “Normalmente compensiamo la mancanza di raccolta con circa 30mila sacche che arrivano dal nord Italia, ma se i donatori lombardi e veneti diminuiscono, il problema ricadrà anche sulla nostra regione, già fanalino di coda, e rischiamo che la situazione diventi drammatica”.
Pasquarelli aggiunge: “Bisogna ricordare che nel Lazio, come nella maggior parte della Lombardia e del Veneto non ci sono persone infette, quindi l’allarme è ingiustificato e certe precauzioni che stanno prendendo le persone sono eccessive. In tutto il Paese è sufficiente applicare le buone pratiche igieniche valide sempre, come ad esempio lavarsi le mani spesso. Le mascherine non servono per evitare il contagio”. A proposito dell’attenzione eccessiva rivolta alla patologia: “In questi giorni c’è una psicosi esagerata ed è ancora più necessario che i donatori non si facciano prendere da allarmismi inutili e vengano nei centri trasfusionali a donare. Bisogna rendersi conto che i pazienti morti nel nord Italia erano persone ospedalizzate con una situazione già critica”.
Il dirigente spiega la situazione che vive in questi giorni l’associazione all’interno dei centri trasfusionali: “Molte persone che donano con regolarità hanno cancellato l’appuntamento perché hanno paura di venire in ospedale temendo dei contagi. Ieri dovevano venire in sei per l’aferesi, invece si sono presentati in tre. In questi giorni stiamo sollecitando gli associati a partecipare” e conclude: “Non è giustificato questo genere di allarmismo. Ora è ancora più necessario venire a donare“.