Best practices per la comunicazione
A Milano la conferenza di Avis Nazionale

2019-11-22T18:11:45+01:00 23 Novembre 2019|Regole|
di Emiliano Magistri

Una due giorni di dibattiti e confronti sulle buone prassi per avvicinare, attraverso la comunicazione, i giovani alla donazione del sangue. Un modo teorico e pratico per rendere più smart il mondo del volontariato anche, se non soprattutto, attraverso il linguaggio sui social network.

Questi e molti altri punti saranno al centro della Conferenza organizzativa di Avis Nazionale in programma all’hotel Radisson Blu di Milano oggi, sabato 23 novembre, e domani, domenica 24. Un appuntamento che coinvolgerà oltre 200 volontari e dirigenti in rappresentanza delle regioni italiane. Un modo per affrontare e anticipare i principali contenuti del nuovo manuale dell’immagine coordinata dell’associazione.

Il presidente di Avis, Gianpietro Briola

“Il tema della comunicazione per noi è centrale – spiega a DonatoriH24 il presidente Gianpietro Briola – e lo sarà per i prossimi anni. Diffondere l’importanza del nostro lavoro è sempre più difficile, quindi occorre rivedere i termini di un mondo che, nel corso del tempo, è cambiato da come avevamo imparato a conoscerlo. Soprattutto da quando sono nati i social network”. La due giorni sarà caratterizzata dagli interventi di esperti del settore, come ad esempio il professor Andrea Volterrani che, due anni fa, ha iniziato a coordinare il gruppo avviato da Avis “Buone prassi e comunicazione in rete”.

L’obiettivo è quello di creare un senso di “univocità del messaggio, con il quale non venga perso il concetto di importanza della donazione di sangue e plasma – spiega il presidente -. Offrire l’immagine di un’associazione al passo con i tempi e vicina al linguaggio e alle esigenze dei giovani è l’unico modo per garantire futuro e risultati positivi al mondo del volontariato”.

Il weekend sarà poi l’occasione anche per presentare i lavori della Consulta giovani in tema di diritti d’autore e privacy e le principali iniziative previste per il 2020, anno in cui si celebrerà in Italia la Giornata mondiale del donatore di sangue.

“Coinvolgere tutta la nostra base in questo progetto – conclude Briola – è necessario perché solo attraverso un dialogo proficuo con le sedi nazionali, il nostro modo di raccontarci può essere percepito come interessante, coinvolgente e unitario“.