“Più intesa con i centri trasfusionali”
Briola (Avis) alla conferenza Simti

2019-05-10T15:33:49+02:00 10 Maggio 2019|Primo Piano|
di Emiliano Magistri

Maggiore collaborazione delle associazioni di volontariato per aiutare il personale dei centri trasfusionali delle strutture pubbliche. È questo l’invito che il presidente di Avis nazionale, Gianpietro Briola, ha rivolto alla platea della Sala Castello 2 del Palacongressi di Rimini dove, fino a sabato 11 maggio, è in programma la 6ª Conferenza nazionale della Simti (la Società Italiana di Medicina Trasfusionale e Immunoematologia).

Nel suo intervento, Briola ha parlato degli strumenti per il coinvolgimento di nuovi donatori, andando anche a toccare quelle che, nel corso dell’ultimo anno, sono state le difficoltà con cui il mondo del sangue si è trovato a dover fare i conti: “Accoglienza e programmazione del lavoro devono essere le linee guida principali per guardare al futuro con sempre maggiore fiducia – spiega a DonatoriH24 -. I numeri che ciclicamente vengono presentati parlano di calo delle donazioni rispetto al numero di donatori, ma i dati in nostro possesso dicono cose diverse: il calo, quando si è verificato, ha riguardato prettamente le strutture pubbliche“. Briola entra nello specifico: “C’è ancora troppa rigidità nella gestione degli orari, servirebbe più elasticità per andare incontro alle esigenze dei donatori che, spesso, per problemi organizzativi legati al lavoro, rinunciano a donare. Da qui il conseguente calo”. Ma non solo.

Il presidente di Avis, Gianpietro Briola

Come molti del personale sanitario lamentano, “il numero di trasfusionisti all’interno degli ospedali non è sufficiente a soddisfare le richieste – prosegue il presidente – e questo a volte avviene per i pensionamenti, il mancato turnover e la gestione non proprio ottimale delle risorse. Una maggiore collaborazione delle associazioni e dei propri volontari in fase di raccolta sangue potrebbe garantire una boccata d’ossigeno alle strutture pubbliche e più facilità di accesso per le persone che decidono di donare il sangue“.

La tre giorni di Rimini sta offrendo la possibilità di confrontarsi e di approfondire tematiche sentite e delicate, non solo tra “addetti ai lavori”, ma anche tra persone comuni che hanno colto l’occasione per seguire le moltissime sessioni in programma. Dall’individuazione del plasma come risorsa strategica all’obiettivo dell’autosufficienza per i farmaci plasmaderivati, passando per i temi della sicurezza trasfusionale (in particolare quella neonatale), è lo stesso presidente della Simti, Pierluigi Berti, a fare il punto sulla conferenza: “Siamo molto soddisfatti perché, anche sotto il profilo della partecipazione, non ci aspettavamo questi numeri. La riduzione dei medici e dei contributi di partecipazione ai convegni, potevano far pensare a un afflusso inferiore, invece abbiamo mantenuto gli standard dei precedenti appuntamenti, con sessioni costantemente affollate“.

Il presidente della Simti, Pierluigi Berti

L’importanza delle tematiche e la presenza di tanti professionisti fanno poi il resto: “Negli incontri paralleli che si stanno svolgendo fin dal primo giorno, stiamo riscontrando un’interazione continua tra chi è venuto ad ascoltare i vari interventi e i relatori stessi, che non si sono sottratti a fornire informazioni specifiche su tutta una serie di problematiche legate alle immunoematologie o alle malattie trasmissibili attraverso il sangue, senza dimenticare la sicurezza trasfusionale neonatale. Il bello delle conferenze è proprio questo – conclude il presidente -, intercettare i bisogni delle persone e creare momenti di dibattito e di confronto utili per tutti”.

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