Maggiore presenza a livello istituzionale, coinvolgimento dei giovani, sensibilizzazione di sempre più persone, in particolare di quelle che ancora non hanno compiuto la scelta di diventare donatrici. La Pasqua è arrivata e le associazioni, chi in un modo e chi nell’altro, si augurano di trovare sorprese speciali all’interno dell’uovo simbolico che dovranno scartare. Avis, Fidas, Fratres, Admo e Aido sono le realtà, sparse per regioni, province e città italiane, con cui DonatoriH24 ha voluto parlare per fare il punto e scoprire, nel dettaglio, cosa è stato fatto e cosa ancora si vuole fare per contribuire ad incrementare l’intero movimento.
Avis provinciale Brescia: “Più coinvolgimento per le realtà associative”
“Vorremmo che la priorità fosse quella di una maggiore presenza istituzionale – spiega il presidente Gabriele Pagliarini -. Sarebbe bello che le nostre realtà venissero coinvolte non solo quando si tratta di rispettare le norme, ma anche quando è il momento di studiarle e deciderle a tavolino. In più, speriamo che venga rivista la modifica del rimborso che le associazioni ricevono, visto che per ogni sacca si è passati da 72€ a 61,50€“.
Avis Ragusa: “I giovani devono essere la priorità”
“Qui abbiamo registrato il 50% di ragazzi diciottenni che decidono di iscriversi ad Avis – racconta il presidente Paolo Roccuzzo – ed è un dato importantissimo. Mi auguro di riuscire a continuare così, con sempre più giovani coinvolti e partecipi delle nostre iniziative: quantità e qualità, queste devono essere le due parole d’ordine”.
Avis Toscana: “Dialogare e fare rete tra le varie realtà”
“Sarebbe bello che tutti capissero l’importanza del concetto di fare rete tra le singole realtà che ci rappresentano – dichiara il presidente Adelmo Agnolucci -. Sedi regionali, provinciali e comunali devono adottare quella linea comune che la stessa Avis nazionale ha dettato nel corso degli ultimi consigli e che, noi stessi, abbiamo ribadito in occasione della nostra assemblea regionale di Tirrenia. Infine, spero che vengano trovate soluzioni per tornare a essere più tranquilli nonostante il calo costante che stiamo registrando dal 2012 e che, comunque, non riguarda solo la Toscana. Il mio augurio di buona Pasqua va a tutti i volontari e ai dirigenti delle nostre sedi che, con il loro lavoro, contribuiscono alla crescita di Avis”.
Fidas Scanzano Jonico: “Riscontro e partecipazione, i donatori sono linfa vitale”
“Cosa vogliamo trovare nell’uovo di Pasqua? Una partecipazione sempre più costante di coloro che, quotidianamente, donano il sangue, e il coinvolgimento di coloro che ancora non hanno sposato questa scelta”, spiega il presidente Domenico Sarubbi. Gli fa eco Lucia Minonni, membro del consiglio direttivo che, le scorse settimane, insieme alla sorella gemella Rosa, ha tagliato il traguardo delle 100 donazioni: “Lo scorso 12 aprile abbiamo raccolto 24 sacche, di cui 14 di plasma e 10 di sangue, quindi speriamo di continuare così. Il nostro obiettivo è che le persone capiscano che è questa la strada giusta su cui procedere”.
Fidas Dauna Foggia: “Definire il prima possibile la programmazione relativa al 2019”
“La nostra speranza è che la Asl di Foggia accolga la proposta che, da tempo, abbiamo inviato per convocare il dipartimento di medicina trasfusionale e affrontare la programmazione del 2019 che, a oggi, ancora non è stata impostata – racconta il presidente Michele Tenace -. Nonostante i nostri solleciti, la sorpresa che vorremmo trovare è quella di far ripartire il centro trasfusionale”.
Fratres: “Nell’uovo di Pasqua vorremmo trovare l’approvazione del nuovo statuto”
“L’approvazione del nuovo statuto, ecco qual è la sorpresa che vorrei trovare nell’uovo di Pasqua – confessa il presidente Sergio Ballestracci -. Il 17, 18 e 19 maggio, a San Giovanni Rotondo, è in programma la 49esima assemblea nazionale intitolata Costruiamo insieme il nostro futuro: sarà l’occasione per coinvolgere consulenti sanitari, regionali e provinciali e, insieme, dettare le linee guida future. Per quanto riguarda gli organi territoriali, auspichiamo una sempre maggiore autonomia per i consigli regionali e provinciali, e soprattutto una rapida risalita del numero delle donazioni”.
Admo Campania: “Servono sempre più donatori così da salvare più vite possibili”
“Dopo la mobilitazione per Laura (la bambina di 9 anni malata di leucemia linfoblastica acuta, originaria della provincia di Caserta e residente in Olanda, per la quale Admo Campania aveva avviato una campagna per trovare un donatore di midollo compatibile, ndr) anche il giorno di Pasqua saremo impegnati a Cicciano, in provincia di Napoli, per una giornata in cui cercheremo di tipizzare più persone possibili – dichiara il presidente Michele Franco -. Speriamo di inserire tante iscrizioni al registro dei donatori con l’obiettivo di salvare il maggior numero di vite”.
Aido Sicilia: “Trovare una soluzione al calo vertiginoso di donatori avvenuto lo scorso anno”
“Abbiamo perso il 50% dei donatori nel corso del 2018 – racconta il presidente Guido Bellinghieri – e siamo tra le ultime regioni italiane in graduatoria per le donazioni degli organi. Mi piacerebbe capirne i motivi, se siano dipesi da problemi organizzativi o sociali. Scegliere di donare gli organi esprime la parte più nobile delle persone. Anche papa Francesco, quando nei giorni scorsi ha ricevuto 400 soci della nostra sezione, ha ribadito e riconosciuto tutto il buono che c’è alla base di questa scelta”.
Avis Perugia: “La sorpresa più bella? Che chi non è ancora donatore decida di diventarlo”
“Vorrei che dentro l’uovo di Pasqua ci si mettesse quella moltitudine di persone che, ancora oggi, non ha capito quanto importante e bello sia decidere di donare il sangue: sarebbe la sorpresa migliore per tutti noi – dice il presidente Fabrizio Rasimelli -. Tra le altre cose che spero, ci sarebbe un sempre maggiore coinvolgimento dei giovani che possano sostituire quei donatori che noi chiamiamo a orologio svizzero, cioè che ogni anno garantiscono un numero esatto di sacche raccolte, e che tra un po’ di tempo non potranno donare più. Infine, servono servizi pubblici sempre più efficienti in grado di garantire strutture rispettose della dignità delle persone e una programmazione delle donazioni che vada incontro anche alle esigenze di chi lavora o studia e può presentarsi nei centri trasfusionali solo in orari pomeridiani o nel weekend”.
Avis Reggio Calabria: “Non soddisfiamo il fabbisogno locale, serve più disponibilità”
“La nostra speranza è trovare sempre più persone che scelgano di donare – spiega il responsabile dei Giovani, Marco Nisticò -, perché nonostante l’impegno che mettiamo quotidianamente non riusciamo a soddisfare il fabbisogno e gran parte della città continua a non rispondere adeguatamente a questa esigenza”.