È l’unica donna a poter vantare, nel proprio palmarès, Giro d’Italia, Tour de France e Campionato del mondo. È anche l’unica ad aver indossato la maglia gialla di leader del Tour de France dalla prima all’ultima tappa. Lei si chiama Edita Pucinskaite ed è un’ex ciclista professionista lituana.
Nata a Naujoji Akmenė, uno dei 60 comuni della Lituania, situato nella regione della Samogizia, il 27 novembre 1975, Edita è stata ciclista professionista dal 1999 al 2010, laureandosi campionessa del mondo in linea nel 1999. Si è ritirata dall’attività agonistica nel 2010 e ha collaborato, in quanto giornalista, con diverse testate italiane del settore tra le quali il mensile “Ciclismo”.
Avis l’ha scelta come testimonial in vista della partecipazione al Carnevale di Viareggio. Edita è da anni legata all’associazione, è donatrice nonché presidente onorario di una società sportiva, ciclistica, che si chiama Avis Bike Pistoia.
Edita cosa significa prestare il proprio volto e il nome per Avis?
Sicuramente è un motivo di orgoglio. Da tempo sono sensibile al tema delle donazioni e, insieme alla società di cui faccio parte, contribuiamo a diffondere in giro per l’Italia, e non solo, il nome dell’Avis e l’importanza di donare il sangue.
Come è nata la scelta di diventare donatrice?
Ho praticato attività agonistica per quasi vent’anni, interrompendola nel 2010. Da quel momento ho deciso di iniziare a donare il sangue, anche a seguito dell’incontro con Stefano Sichi, presidente dell’Avis Bike Pistoia, che mi accennò di voler creare una squadra ciclistica. Infatti, quest’anno, la società festeggia i 10 anni di vita. Ho accettato di collaborare perché mi è piaciuto fin da subito lo spirito che guida tutta questa attività: stare bene con se stessi aiutando gli altri.
Una scelta che, oltretutto, le ha permesso di restare legata al suo mondo…
Assolutamente sì, per me è stato ed è un modo per ricambiare tutto ciò che di bello ho ricevuto dal ciclismo. Adesso non pedalo più per me o per i miei tifosi, ma per portare in giro un messaggio positivo per gli altri e per sensibilizzare quante più persone possibili a compiere una scelta di importanza incalcolabile.
Cosa significa, per lei e per Avis, partecipare a un evento come il Carnevale di Viareggio?
Significa avere una visibilità immensa all’interno di uno degli eventi, di questo genere, più famosi al mondo. Nei giorni del Carnevale si respira un clima straordinario, ricco di allegria, di famiglie e di bambini: essere presenti vuol dire avere a disposizione un veicolo potentissimo per spiegare quanto sia prezioso donare il proprio sangue. Sono felicissima che Avis sia legata a tutto questo.
Eppure molte persone sono ancora restie a scegliere di diventare donatori…
Purtroppo è vero, c’è molta ignoranza, per questo è importante lavorare insieme per abbattere certi pregiudizi. E questo è possibile farlo proprio sfruttando la partecipazione a iniziative del genere. Bisogna far capire che donare è un gesto bello e generoso, che trasmette sensazioni positive. In molti pensano sia una perdita di tempo, ma non è così. A un donatore non costa nulla, a chi riceve può salvare la vita. Il sangue è l’unica cosa al mondo che non si può comprare, per questo è importante donare ed è fondamentale iniziare a sensibilizzare la società partendo dalle nuove generazioni. I bambini devono incuriosirsi fin da piccoli.
E proprio con i bambini, Avis Toscana ha avviato il progetto “Cartoon School”
È un’idea formidabile. Io stessa, con la mia società, organizzo una gincana benefica, al termine della quale vengono premiati tutti i bambini partecipanti e spiego loro cosa è Avis, come funzionano le donazioni e perché chi dona sangue salva la vita agli altri. La loro risposta, ogni volta, è straordinaria: i bambini sono curiosi a prescindere e questa curiosità va sfruttata trovando la chiave giusta per veicolare messaggi e valori importantissimi che serviranno poi nella loro vita da adulti. Basta solo essere semplici e chiari, così come con i loro genitori.
Quanto è importante per lei, come donatrice e come donna, essere presente in concomitanza con la campagna Avis #GialloPlasma?
Mi fa molto piacere perché essendo donatrice sia di sangue che di plasma accolgo con ancor più favore questa iniziativa che, per l’ennesima volta, conferma quanto importante, attento e prezioso sia il lavoro svolto da Avis.
Il tema delle donazioni è, da sempre, legato al concetto del corretto stile di vita: quanto può fare la differenza, in termini di sensibilizzazione, il mondo dello sport?
Può e deve fare molto di più di quello che, comunque, già sta facendo finora. Esistono tante società sportive, sia ciclistiche che di altre discipline, attive sul territorio della Toscana e non solo, che promuovono la filosofia dello sport legata alle donazioni. Se si lavora per avere cura di sé e della propria salute, si può far stare bene anche gli altri. Intanto aspettiamo con trepidazione il 17 febbraio (data in cui Avis sfilerà al Carnevale di Viareggio, ndr) per contribuire ancora una volta a promuovere il nome dell’associazione e il lavoro che svolge quotidianamente”.