“Permettiamo agli stranieri in Italia di essere solidali”
L’intervento di Luciano Franchi, Avis Toscana

2019-01-24T17:06:34+01:00 21 Gennaio 2019|Attualità|
di Luciano Franchi*

Una società che vuole progredire deve conoscere. Per questo motivo da anni oramai come Avis Toscana organizziamo progetti di collaborazione che ci permettano di conoscere le realtà dei cittadini stranieri presenti sul nostro territorio, di trovare modalità di collaborazione e risposte efficaci alle problematiche che emergono.

IL LAVORO DI SCAMBIO DI SAPERI

Abbiamo lavorato su più fronti: ci siamo concentrati su tutte le necessità che le comunità di stranieri affrontano, abbiamo cercato di far conoscere alle comunità straniere nei paesi di appartenenza il lavoro positivo che i loro connazionali svolgono sul nostro territorio, abbiamo provato a lavorare insieme consapevoli del fatto che queste persone sono utenti del nostro sistema sanitario e devono avere la possibilità anche di essere collaboratori: il tentativo, spesso riuscito, è stato quello di creare assieme a loro percorsi di vita virtuosi.

Per illustrare il nostro impegno vi porto qualche esempio. Abbiamo esercitato pressioni sulla Regione Toscana affinché l’esubero di medicinali emoderivati resti in un percorso etico condiviso: siamo fieri che questi medicinali vengano oggi distribuiti nei paesi di provenienza dei flussi migratori che interessano . La Regione, tramite il Centro regionale sangue e con il coordinamento del Centro nazionale sangue, ha stipulato accordi ad esempio con l’Albania affinché vengano consegnati a Tirana i prodotti di lavorazione del plasma in esubero.

Un accordo reso noto alle comunità albanesi in Italia, in modo che sappiano che il loro eventuale sforzo di donatori in Italia potrebbe aiutare non solo gli italiani ma anche i loro connazionali in patria. Inoltre, abbiamo invitato rappresentanti di comunità di donatori albanesi a venire in Italia e a confrontarsi con la comunità albanese qui: un modo per far circolare informazioni e rendere fieri i cittadini albanesi presenti sul nostro territorio delle loro azioni. La stessa cosa l’abbiamo fatta con il presidente di un’associazione di donatori del Senegal.

LA RICERCA CON L’UNIVERSITA’ DI PISA

Qualche hanno fa abbiamo organizzato una ricerca assieme all’Università di Pisa che ci permettesse di conoscere le comunità straniere sul territorio toscano, di confrontarci con le loro abitudini, culture e conoscenze anche rispetto all’idea di salute e di donazione. Ciò ci ha permesso non solo di avere una fotografia quantitativa e qualitativa – vale a dire della nazionalità degli stranieri che vivono in Toscana, ma anche delle loro caratteristiche demografiche come età e sesso – ma pure di conoscere queste realtà in maniera più approfondita, permettendoci di conoscere cultura, abitudini, costumi, esigenze. Sul nostro territorio vivono tra gli altri: marocchini, senegalesi, albanesi, cinesi.

Se i marocchini e i senegalesi hanno un senso di comunità molto sviluppato, gli albanesi e in generale le persone provenienti dall’Europa dell’Est vivono in maniera più individuale, appoggiandosi molto meno sulla comunità di appartenenza. Questo ad esempio, è dovuto a motivi diversi: da un lato la religione – quella islamica ha un forte senso della comunità – ma dall’altro anche il sistema educativo di questi paesi. Senegal e Marocco hanno infatti una scuola di impronta francese che permette loro di avere una buona cultura della solidarietà.

SOLIDARIETA’ E INSEGNAMENTO

A chi, seguendo l’onda emotiva del momento, strizza l’occhio a politiche di poca accoglienza rispetto agli stranieri che vengono nel nostro paese mi sento di ricordare che queste persone sanno benissimo cosa sia la solidarietà. Abbiamo poco da insegnare in questo senso, è invece nostro compito costruire gli strumenti utili affinché questo senso di solidarietà possa essere applicato alla vita quotidiana: tutti loro sono utenti del nostro sistema sanitario nazionale, vogliono e possono esserne anche collaboratori. Parliamo di cittadini che vivono, lavorano, pagano le tasse sul nostro territorio e per questo vogliono spesso collaborare con il paese che li ospita, facciamo in modo che ci riescano.

*Luciano Franchi, nella foto in alto, è vicepresidente vicario di Avis Toscana