Dono del sangue, l’oro al Molise
A seguire Veneto, Sardegna e Marche

2019-01-13T11:58:07+01:00 12 Gennaio 2019|Primo Piano|
di Marta Perroni

Parliamo spesso di autosufficienza sangue, carenze, ma quali sono le Regioni più “virtuose”, cioè dove la popolazione è più generosa e riesce a dare una parte di sé in maniera genuina?
Secondo il Centro nazionale sangue, la medaglia, per il 2018, su dati del 2017, va al Molise: che conta il più alto tasso di “produzione” di unità di globuli rossi (53) ogni mille abitanti. A seguire Veneto e Sardegna con la produzione annua di 51,5 unità di sangue ogni mille abitanti, medaglia di bronzo alle Marche con 51.

Le Regioni che invece ,nello stesso anno, su mille abitanti, hanno prodotto meno sangue sono state la Campania, il Lazio e la Calabria che, infatti, si trovano spesso in difficoltà con le scorte ospedaliere.Gli ultimi dati parlano per l’Italia di una produzione di sangue complessiva di 2 milioni e 560mila unità di sangue.

Il Molise ne ha prodotte 16,5mila per 310mila abitanti, nel 2019 – i dati usciranno in primavera – si attende un aumento di ben mille unità. Un aumento significativo, in un anno, per una piccola regione.

Ma se parliamo di quantità assolute, la medaglia va alla Lombardia. E’ infatti la Regione che con ben 470mila unità ha prodotto più sangue nel corso del 2017, seguita dal Veneto che ne ha prodotte quasi 253mila e dal Piemonte con una produzione di 209mila unità di sangue.  Per queste Regioni, in cui la produzione è già ad alti livelli, è previsto un incremento  di 1,68 unità di sangue su cento per la Lombardia, 0,26 per il Veneto e 0,40 per il Piemonte. Ovvero, in totale, rispettivamente di circa 8mila unità per la prima e di un migliaio per le altre due. 

La Regione per cui si prevede che ci sia stato l’aumento più soddisfacente nel 2018 è la Toscana dalla quale ci si aspettano 3 unità di sangue in più ogni 100 abitanti, circa 5mila unità in più sul totale della produzione annua.

In salita prevista anche la Sicilia, che nel 2017 ha raccolto 195mila e cinquecento unità di sangue, circa 38,7 unità su mille abitanti ed è stata calcolata una produzione di 204mila per il 2019, circa 5mila sacche in più sul totale
annuo.

Per altre regioni, invece, come l’Emilia Romagna, è stato previsto un calo della produzione di sangue altrettanto rilevante, cioè di quasi 4 unità in meno ogni 100 abitanti tra il 2017 e il 2018. Ovvero, una perdita di circa 8 mila sacche sulla produzione dell’anno appena trascorso.  

IL SISTEMA TRASFUSIONALE IN ITALIA

La rete dei Servizi Trasfusionali italiana è coordinata a livello nazionale dal Centro Nazionale Sangue (Cns). Il Centro Nazionale ha compiti di organizzazione e controllo tecnico-scientifico dell’intero sistema sangue. Nello specifico poi, sul territorio, ogni regione ha una propria Struttura Regionale di Coordinamento, che ha il compito di gestire e coordinare le varie strutture locali.

L’Italia, con il Centro Trasfusionale, ha l’obiettivo di raggiungere l’autosufficienza di sangue ed emoderivati sia a livello nazionale che regionale. A questo scopo è nato nel 2007 il Sistema Informativo per i Servizi Trasfusionali (Sistra) che raccoglie i dati per la preparazione di un programma annuale sulla produzione e consumo del sangue e suoi derivati.

Grazie al Sistra è possibile lo scambio dei flussi di informazione tra il Ministero della Salute, le Regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano ed il Cns. Il sistema registra anche dati sulla compensazione di  emocomponenti e plasmaderivati, dati sull’emoviglanza e i dati sulle attività delle singole regioni.