Volley, Daniele Mazzone testimonial Aido Piemonte:
«È un onore, sarò donatore anche io»  

2019-01-24T16:51:04+01:00 12 Gennaio 2019|Primo Piano|
di Marta Perroni

Lo sportivo Daniele Mazzone, titolare della nazionale italiana di volley e tesserato Azimut Leo Shots Modena volley, ha ufficializzato la propria disponibilità a diventare il nuovo testimonial dell’Aido Torino e Piemonte, sezioni territoriali dell’associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule. 

Aido Torino e Aido Piemonte contano insieme più di centomila aderenti di cui cinquantamila nella sola provincia di Torino, e se si considera che gli  iscritti ad Aido in tutta Italia sono circa un milione e quattrocentomila, si capisce perché la sezione regionale piemontese sia di fatto una realtà di notevole rilevanza.

«È una partnership a cui teniamo in modo particolare, per le caratteristiche umane, di sensibilità e di attenzione rappresentate da Daniele, atleta di grande eccellenza ed esempio di comportamento per le nuove generazioni», spiega il presidente di Aido Piemonte, Valer Mione, a DonatoriH24.

Per  lo sportivo è un grande onore «essere testimonial di un’associazione così importante come l’Aido», peccato, dice, che di questo tipo di realtà benefiche si parli sempre troppo poco. «Sono felice che la mia regione tenga alto il numero dei donatori, a cui mi aggiungerò in prima persona, visto che non si è mai troppi» continua l’atleta. E aggiunge: «se un piccolo gesto può servire a far proseguire la vita di qualcun altro, sono fiero di poterlo fare».

Anche i genitori dello sportivo, Roberto e Tiziana, sono fieri del legame ufficializzato tra loro figlio e l’associazione di donatori. «Abbiamo conosciuto  l’Aido circa quattro anni fa ed è per noi un onore che Daniele, nostro figlio, faccia parte di un’iniziativa di valore come questa».

Soddisfatto anche il presidente regionale di Aido Piemonte, Valter Mione: «era da molto tempo che volevamo annoverare Daniele tra i nostri nuovi testimonial, un giovane campione del volley nazionale» conosciuto nell’associazione fin da bambino proprio grazie all’amicizia consolidata negli anni con la sua famiglia ed in particolare con i genitori. «Daniele rappresenta il volto pulito e trasparente del nostro sport», prosegue .

Il trapianto di organi oggi è un programma terapeutico consolidato, al quale i pazienti hanno diritto. La rete nazionale risponde appieno a questa esigenza e la qualità dei trapianti in Italia è la migliore a livello europeo.

Ad oggi, spiegano dall’associazione, la percentuale di sopravvivenza del paziente e dell’organo, a 5 anni dal trapianto, raggiunge mediamente tra l’80 ed il 90 per cento. È una terapia che restituisce un’ottima possibilità di vita. I pazienti che attualmente necessitano di un organo in Italia, sono circa novemila. I trapianti effettuati in Italia sono circa tremila. E, purtroppo, più di cinquecento persone muoiono ogni anno in attesa di un organo.

«Molto, dunque, resta da fare per ridurre drasticamente le liste di attesa e per migliorare ulteriormente il sistema trapianti», continua Mione, «attualmente ci sono grandi disparità sul territorio nazionale: abbiamo regioni particolarmente virtuose, tra le quali il Piemonte ed altre che, purtroppo, hanno maggiori difficoltà».

Ecco che allora diventa molto importante anche la partecipazione solidale della popolazione, secondo la Presidente dell’Aido Provinciale di Torino Claudia Contenti, che prosegue «la salute è un bene sociale. C’è bisogno della responsabilità collettiva, che individua nella pratica della donazione degli organi e dei tessuti lo strumento per il conseguimento e il mantenimento del benessere sociale attraverso il trapianto».

L’obiettivo di un trapianto non è solo la sostituzione della funzione di un organo, sottolinea la presidente, ma la piena restituzione alla vita affettiva, sociale e lavorativa dell’individuo senza contare che è un risparmio per il Servizio sanitario nazionale. «Sono quindi molto felice che un grande campione come Daniele Mazzone sia entrato a far parte della nostra famiglia aidina».