Firenze, alla Leopolda un “patto
di sangue” tra associazioni e istituzioni

2018-10-17T17:13:42+02:00 14 Ottobre 2018|Attualità|

Un “Patto di sangue” tra associazioni e sistema sanitario che coinvolga attori istituzionali e stakeholder per fare rete nel sistema sangue italiano. Questo è stato il fulcro del convegno “Patto di sangue – Un’alleanza per la salute del paziente” organizzato dall’Aip (Associazione immunodeficienze primitive onlus) venerdì 12 ottobre presso la Stazione Leopolda di Firenze.

L’evento si inserisce all’interno del Forum della Sostenibilità e Opportunità nel settore della Salute, anche chiamato “Forum del Sistema Salute”.

L’associazione sostiene l’eticità della raccolta sangue e il virtuosismo del sistema italiano: gratuito, volontario e anonimo. Concetti ribaditi dal presidente Alessandro Segato, che ha sottolineato l’importanza dell’efficientamento di tutta la filiera per la raccolta sangue e soprattutto plasma al fine di aiutare i pazienti a vivere dignitosamente: «Il plasma è una risorsa strategica – ha detto Segati durante l’incontro – La richiesta di prodotti emoderivati e plasmaderivati sta crescendo e si sta differenziando. Essi risultano indispensabili per terapie che spesso sono salvavita, come quelle per i pazienti che soffrono di una immunodeficienza primitiva.  A livello nazionale cresce l’esigenza di una migliore omogeneità sul tema della raccolta a livello interregionale in modo da garantire una sostenibilità di medio-lungo periodo. Inoltre, occorre sottolineare la necessità di maggiore solidarietà tra i vari contesti territoriali».

Tra gli argomenti toccati, l’incremento delle scorte di sangue necessario a raggiungere l’autosufficienza nazionale, la difesa di una dimensione etica della donazione e la necessitò di rendere più forte la macchina organizzativa e gestionale del sistema sangue nazionale.

«Con chi meglio che con le associazioni dei malati possiamo stringere questo patto reciproco di collaborazione? – dice il presidente Avis Gianpietro Briola -E’ un patto che ci consente insieme di poter fare lobby nei confronti delle Istituzioni. Il nostro problema in questo momento è quello del rapporto con 21 sistemi sanitari regionali, che sono organizzati in maniera diversa sul territorio. E’difficile parlare con tutti i diversi soggetti e ottenere le stesse risposte in ogni regione e bisogna capire che ogni Regione ha, comprensibilmente, esigenze diverse nel proprio territorio. Se però si crea una rete di collaborazione tra i Centri Regionali Sangue e il Centro nazionale sangue, probabilmente il concetto di autosufficienza lo si riesce ad equilibrare all’interno di questi rapporti di sistema e di scambio, almeno in tema di globuli rossi. Per esempio, Roma Capitale è una grande area metropolitana, con una carenza cronica di emazie concentrate e possiamo organizzarci in tal senso».

All’evento hanno dato il proprio contributo scientifico nel ruolo di relatori: Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, la dottoressa Maria Rita Tamburrini, Ministro della Salute, Simonetta Pupella, del Centro nazionale sangue, e Simona Carli, Centro Nazionale Sangue Regione Toscana.

Un ulteriore approfondimento di queste tematiche si svilupperà nel secondo atto di “Patto di sangue” previsto il 22 novembre a Rieti (Lazio)