Donazione sospesa:«Perché viviamo a Londra». L’ospedale:«È un malinteso»

2018-09-21T15:32:28+02:00 20 Settembre 2018|Donazioni|
di Sara Catalini

Sono andati a donare, ma gli è stato detto di tornare a casa perché vivono a Londra. Raccontano così la loro disavventura i fratelli Pullara, Alessio e Giuseppe. A smentirli però il direttore del reparto di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale all’ospedale “San Francesco” di Nuoro che, pur ammettendo di non aver ritenuto idonei i due, parla invece di un malinteso per quanto riguarda la motivazione. «Non abbiamo impedito ad Alessio e Giuseppe di donare perché vivono a Londra. C’è stato un si un fraintendimento », ha detto a DonatoriH24. E ha aggiunto: «Smentisco assolutamente la motivazione discriminatoria alla base dell’esclusione. Non è andata così».

“ESCLUSI PER UN PREGIUDIZIO”

I fratelli Alessio e Giuseppe Pullara, (rispettivamente 38 e 35 anni), raccontano di essersi recati giovedì 13 settembre a donare il sangue al centro trasfusionale di Nuoro. Il personale medico ospedaliero di turno, dopo aver effettuato le valutazioni di routine, li ha sospesi e ritenuti non idonei: «Per motivi di privacy non possiamo dichiarare il motivo dell’esclusione – spiega il dott. Bitti – I ragazzi hanno firmato dei documenti. Credo che, in buona fede, possano aver male interpretato le nostre spiegazioni».

Entrambi abitano e lavorano stabilmente a Londra da anni nel settore della ristorazione ed erano tornati in città visto l’imminente intervento del padre alla colonna vertebrale: «Alessio e Giuseppe sono stati donatori periodici quando vivevano in Italia. Credono nel valore del dono – dichiara a DonatoriH24 il giornalista dell’Unione Sarda, Gianfranco Locci, a cui Alessio e Giuseppe hanno denunciato il fatto – Mi hanno detto di aver percepito diffidenza da parte del personale che li ha sottoposti al questionario pre donazione perché vivono a Londra. Si sono sentiti guardare con sospetto e pregiudizio».

LE MOTIVAZIONI DELL’OSPEDALE

I fratelli hanno dichiarato a Locci in una video intervista comparsa sull’emittente televisiva sarda Videolina il 19 settembre scorso, che il motivo dell’esclusione non sarebbe stato legato a una non idoneità fisica: «Alessio e Giuseppe hanno assicurato nel questionario di condurre una vita sana e di non abusare di alcol e droghe, requisiti di base per poter effettuare la donazione – dice Locci – Sottolineo inoltre che alla domanda legata alla promiscuità di eventuali rapporti sessuali, Alessio ha più volte detto di aver sempre utilizzato il contraccettivo. Nonostante questo a Nuoro hanno escluso entrambi».

I ragazzi sostengono quindi di essere stati esclusi a causa di un preconcetto legato alla permanenza a Londra. Ma il dottor Bitti rincara la dose: «Vista la carenza ematica che viviamo in Sardegna, non abbiamo motivi per rifiutare una donazione che risponda ai criteri di idoneità previsti. Pubblicheremo una smentita al più presto».