Avis Porto Torres, il presidente:
«Siamo in emergenza, donate»

2018-07-30T12:43:46+02:00 27 Luglio 2018|Donazioni|
di Sara Catalini

«Siamo in enorme emergenza sangue. Il gruppo più richiesto come sempre è lo O rh negativo, ma con questa situazione, si aggrava la posizione di tutti gruppi sanguigni».

Avis comunale lancia un appello per combattere l’emergenza sangue a Porto Torres (Sassari). Come in molte altre zone d’Italia segnate dalla carenza nella raccolta di componenti ematiche durante i mesi estivi, la Comunale sarda affronta un momento difficile, senza però arrendersi alla flessione negativa.

 Il giovane presidente di Avis Porto Torres, il ventiquattrenne Marco Marginesu, racconta a Donatorih24 la situazione attuale e le iniziative messe in campo per contrastare il calo nell’affluenza di donazioni: «A tutt’oggi la mia Comunale ha raccolto 450 sacche, tra sacche di sangue ed emocomponenti, raffrontando questo dato all’anno 2017 troviamo una diminuzione di 83 sacche, perché in questo periodo dello scorso anno erano di 533».

Per questo sono state adottate varie misure per implementare la raccolta e offrire servizi di assistenza che semplifichino l’accesso al dono: «Svolgiamo anche servizio di emergenza-urgenza con la Centrale Operativa 118 di Sassari e trasporti privati ad offerta per la comunità».

Ogni mese inoltre l’Avis di Porto Torres affigge un maxi-manifesto all’ingresso del comune, servendosi di un’auto dell’associazione con altoparlanti che annunciano la data della donazione di sangue prevista per la settimana a venire. Anche sui social network gli avisini diffondono messaggi con continuità, sfruttando tutti i canali promozionali a disposizione, senza dimenticare le iniziative pubbliche: «Quest’anno abbiamo effettuato una raccolta straordinaria durante una manifestazione non lucrativa in cui il ricavato è stato donato al reparto di oncologia pediatrica dell’Ospedale di Sassari».

Marginesu chiede più partecipazione e soprattutto sottolinea l’importanza di farsi ambasciatori della cultura del dono. E’ fondamentale abbandonare gli scetticismi, perché i pazienti in necessità non possono più aspettare, inoltre un miglioramento sul territorio locale in termini di numero di donatori, può generare una lenta ma costante crescita a cascata in tutto il Paese: «Vorrei invogliare e stimolare tutti i soci donatori affinché possano raddoppiare le loro donazioni ed incentivare quanti per paura o per scetticismo non hanno ancora iniziato la loro carriera di volontario all’interno di Avis. Vorrei che si possa uscire da questa “crisi” di donazione di sangue affinché in ogni parte del territorio nazionale, si possa acquisire quella autonomia di sacche necessaria da raggiungere».