Scriviamo a malincuore questa lettera per comunicare ufficialmente l’annullamento della raccolta sangue prevista ad Amatrice per venerdì 1 giugno. L’impegno della nostra associazione nel garantire un servizio di importanza vitale, stavolta non è bastato a contrastare i vari problemi organizzativi del servizio trasfusionale della Asl di Rieti.
Ricordiamo che il ruolo dell’Avis è quello di informare, sensibilizzare e accompagnare i donatori alla donazione, ultimo atto la cui gestione è di competenza del servizio trasfusionale che ha il ruolo fondamentale di far sì che il gesto volontario di migliaia di donatori si concretizzi nelle sale operatorie, dove a volte una vita può dipendere da una sacca da 450ml.
Negli ultimi mesi, i nostri donatori hanno notato un susseguirsi di problematiche tra cui ritardi e riduzioni di appuntamenti della raccolta, e hanno associato tali incertezze ad una cattiva gestione dell’AVIS. Ci preme quindi render noto che più del 90% delle raccolte sangue nel territorio della provincia di Rieti è effettuato tramite personale infermieristico pagato dalla AVIS Provinciale; personale formato da infermieri ed infermiere che hanno dato disponibilità a svolgere il loro lavoro fuori dagli orari lavorativi, a volte accorrendo in aiuto tra due turni, sacrificando tempo libero e vita privata. Sono persone a cui va tutta la nostra gratitudine per il loro impegno, poiché solo grazie a loro è stato possibile garantire un servizio di importanza fondamentale per la società, basato sulla solidarietà volontaria.
Ciò significa che il servizio trasfusionale a causa di incapacità e atteggiamenti ostativi che impediscono di rispettare la calendarizzazione annuale, modificando costantemente le date in base ad umori ed impegni personali, costringe l’AVIS all’organizzazione emergenziale e giornaliera delle raccolte sangue. Tale gestione ci ha fatto arrivare ad oggi, giorno in cui non potendo sopperire alla inadempienza della ASL, siamo costretti ad annullare una donazione e dover spiegare ai donatori che giornalmente chiamano chiedendo quando possono donare, che purtroppo non solo non possono, ma che neanche gli si può dare la certezza di un’altra data.
La situazione ormai rasenta il limite del ridicolo e dell’indecoroso, se aggiungiamo che viene negato il diritto a uomini e donne di esercitare un gesto di solidarietà volontaria di importanza fondamentale. Frustazione e rabbia crescono ancor di più se pensiamo che la regione Lazio è in perenne emergenza sangue ormai da anni, ed è costretta a comprare il sangue necessario al normale svolgimento dell’attività sanitaria da altre regioni, costringendo ad una spesa indicabile in milioni di euro che potrebbero essere utilizzati per migliorare il sistema sanitario regionale.
Detto ciò, l’AVIS Comunale Amatrice continuerà a svolgere il suo compito e il suo ruolo con il massimo impegno e la massima serietà, basandosi sul quel principio che l’ha fatta nascere: tutelare il diritto alla salute dei donatori e di coloro che hanno necessità di essere sottoposti a terapia trasfusionale.
*Presidente AVIS Comunale Amatrice